martedì 19 aprile 2011

Architettura e modernità di Antonino Saggio

Architettura e modernità.
La rivoluzione informatica dell'architettura. Dopo il 2001
Da Ground Zero a oggi

Dopo l’undici settembre il mondo è cambiato.
Gli strumenti finora inventati possono essere usati sia come utensili , ossia come oggetti che “prolungano o rinforzano l’azione delle nostre membra “ o come strumenti veri e propri, ossia come “incarnazione dello spirito, come afferma Alexandre Koyré.
Un esempio di questo è il videofonino, un gadget non solo sinonimo di edonismo, ma anche di progresso, questa differenza è data dall’uso che se ne fa : se permette ad un sordomuto di comunicare a distanza si può parlare di progresso. Così per molti altri strumenti della nostra epoca.
Anche il rapporto tra paesaggio e architettura è cambiato e si avvale delle nuove conoscenze informatiche. Gli strumenti informatici vengono utilizzati per controllare, per costruire modelli digitali, per simulazioni , per dare vita al progetto stesso fino a diventarne una componente.
Alcune architetture utilizzano i nuovi strumenti tecnologici per fornire servizi sempre più all’avanguardia come la pelle dell’edificio che potrebbe essere usata , contenendo degli elementi attivi, per attrarre energia o purificare l’aria; oppure dei lampioni che intensificano l’energia al passaggio delle autovetture o pedoni e comunicano con loro.Si studiano architetture in grado di mutare in base alle esigenze o alle condizioni dei fruitori.
Il punto più alto di tutte queste ricerche si rispecchia nei lavori di Toyo Ito.
Toyo Ito è un architetto giapponese che studia i rapporti tra architettura ed informatica. Nel 1986 a Yokohama realizza una torre alta 21 metri, un corpo luminoso che muta colore in base alle situazioni, una costruzione che interagisce con l’ambiente.
Nel 1989 costruisce l'uovo dei venti rivestito di pannelli di alluminio che sostengono degli schermi sui quali dall'interno vengono proiettate delle immagini che si sovrappongono a quelle della città. E' una galleria-video all'aperto che diffonde informazioni.




Nel 2001 completa la mediateca di Sendai in cui il tema dell’acqua è molto forte, i piani è come se fossero delle onde e i pilastri delle alghe. In questo caso non vi è solo un modo di costruire tecnologico, ma soprattutto estetico.


Nel 2005 il progetto dell’opera house a Taichung sembra seguire nella realizzazione il movimento di  una goccia che plasma la materia .



Le ricerche di questi ultimi anni portano verso un’ integrazione sempre maggiore tra natura e uomo, tra sistemi urbani e ambiente, facendo in modo di realizzare edifici non solo simili alla natura, ma riuscendo a prendere spunto da essa per sfruttare, senza impatto sull’ambiente stesso, le risorse che ci offre. Ad esempio  nell’edificio  (Un)Plug  di Roche a Parigi è come se all’interno dell’edificio venisse inserita la “tecnologia” che usano le piante per raccogliere energia: utilizzando peli ( ricettori solari) e rigonfiamenti ( cellule fotovoltaiche ) per reagire alle energie.

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